lunedì, agosto 16, 2010

Lettera del vescovo Vitus

Lettera del vescovo Vitus Huonder a tutti i
- sacerdoti e diaconi
- collaboratori e collaboratrici pastorali
- esecutivi delle chiese cantonali
nella Diocesi di Coira


7000 Coira, 13 agosto 2010

Reverendi confratelli nel sacerdozio e nel diaconato
Egregi collaboratori e collaboratrici pastorali
Signore e Signori

In vista del terzo anniversario della mia ordinazione episcopale desidero rivolgermi a tutti Voi con riconoscenza, ma anche con preoccupazione. Ho posto il mio episcopato sotto il motto "Restaurare tutto in Cristo". Sono riconoscente a tutti coloro che in questi tre anni passati hanno sostenuto questo mio servizio episcopale nello spirito di questo motto e che lo faranno anche in futuro. In questo contesto desidero ricordare quanto dissi in occasione della mia consacrazione episcopale: "Non perdiamo fiducia nel Signore anche nei momenti di difficoltà e di afflizione, di perplessità e di insicurezza, di dubbio e di timore, soprattutto però vogliamo offrire al Signore il nostro amore e così legarci sempre di più a Lui ed alla sua opera, la santa Chiesa. Niente ci separi dall'amore di Cristo (cfr. Rom 8, 35): da quell'amore che noi Gli dimostriamo, ma anche da quell'amore col quale Egli ci ha amati e sempre ci ama". Quando ricordo queste parole, maggiormente mi fanno male i comunicati stampa e articoli seguenti pubblicati sui media nella seconda metà del mese di luglio. Come annunciato, desidero ora comunicare a voi tutti alcune mie riflessioni.
Il 20 febbraio 2008 ho dichiarato ufficialmente, che - con l'approvazione della Santa Sede - dopo le dimissioni avvenute del Vescovo ausiliare S. E. Mons. Peter Henrici e dopo la rinuncia da attendere del Vescovo ausiliare S. E. Mons. Paul Vollmar - per la Diocesi di Coira dovevano essere nominati due nuovi Vescovi ausiliari. Il 7 dicembre 2009 venne nominato dal Santo Padre Benedetto XVI il Vescovo ausiliare S. E. Mons. Marian Eleganti.
La procedura per la nomina di Vescovi ausiliari è uguale in tutta la Chiesa universale. Questa procedura non mi vieta di chiedere consiglio, come d'altronde ho fatto. Sono rimasto tuttavia molto colpito dal fatto che negli ultimi anni praticamente tutto quanto riguardava la nomina di Vescovi nella nostra Diocesi è stato fatto pervenire nelle mani dei media, disprezzando la riservatezza. Prima dell'elezione episcopale del 2007, sulla stampa vennero presentati candidati sui quali il Nunzio Apostolico aveva compiuto un processo informativo. La mia elezione e i nomi dei due altri candidati che presumibilmente erano sulla terna della Santa Sede, si poté leggere in Internet già il giorno stesso dell'elezione episcopale. Una prima proposta per un Vescovo ausiliare per la nostra Diocesi, nel marzo 2008, dopo il processo informativo del Nunzio Apostolico, venne resa pubblica mediante una mirata indiscrezione. Quando, nella primavera del 2009, in previsione della nomina di un Vescovo ausiliare per la successione di S. E. Mons. Paul Vollmar, venne fatto su un'altra persona un processo informativo confidenziale dal Nunzio Apostolico, prontamente il nome di quella persona apparve sulla stampa. Tutti questi procedimenti soggiacciono al segreto pontificio, che vale per tutta la Chiesa. Il segreto pontificio richiede una stretta segretezza. Poiché, tanto per la nomina di un Vescovo diocesano quanto per la nomina di un Vescovo ausiliare, inizialmente si prendono in considerazione diversi candidati, dai quali poi uno solo può essere nominato. La segretezza protegge specialmente coloro che - per qualsiasi motivo - non possono essere nominati. Per me è un grande dolore constatare che nella nostra Diocesi evidentemente ci sono delle persone alle quali la fama di altre persone è di minor valore che il raggiungimento di propri scopi di politica ecclesiastica tramite campagne pubbliche. È mia grande preoccupazione che, attraverso l'uso di metodi di questo tipo, nasca la discordia e i fedeli nella nostra Diocesi si dividano tra loro.
Tornando agli attuali avvenimenti: Appena io, come dissi, nel marzo 2008, avevo presentato al Santo Padre una lista di tre persone come prevede il Diritto canonico, giravano pubblicamente diversi nomi. Questo causò agitazioni, per cui ho preso tempo per sentire e vagliare gli argomenti. Per questo, tutta la questione rimase ferma per oltre due anni. Ora sto riprendendo in mano la questione. In questo senso, il 6 luglio 2010 ho avuto un colloquio preliminare col partente Prefetto della Congregazione per i Vescovi. Questo colloquio ebbe un carattere provvisorio, dato che nella Congregazione per i Vescovi si prevede un cambiamento: Solo coi primi di settembre 2010 entrerà in carica come nuovo Prefetto della Congregazione per i Vescovi l'attuale Arcivescovo del Quebec, il Cardinale Marc Ouellet.
Indipendentemente se e come verrà deciso per un secondo Vescovo ausiliare, mi sento obbligato a parlare del Rev. Martin Grichting. Lo faccio perché venne apertamente aggredito dalla "Biberbrugger Konferenz" e anche da altre persone e non può, nell'attuale situazione, esprimersi. Il Rev. Grichting, nei due anni trascorsi, ha dimostrato tra l'altro come Moderator Curiae e come Vicario Generale che è capace di lavorare in un team e di essere competente. Questo mi viene confermato da molte comunicazioni positive da parte dei nostri consigli diocesani e da parrocchie. Ripetutamente si accusa il Vicario generale Grichting di essere critico di fronte alle istituzioni di diritto ecclesiastico. Si dimentica però che egli a suo tempo da parroco per circa 10 anni appartenne ad un a sovrastanza di un Comune parrocchiale, si lasciò eleggere parroco da parte di un Comune parrocchiale ed è ancora oggi, come rappresentante dell'Ordinariato vescovile, membro del Parlamento della Chiesa Cattolica dei Grigioni. Inoltre, dopo il convegno sul diritto ecclesiastico svizzero (Lugano 2008) ed assieme a rappresentanti delle organizzazioni diritto ecclesiastico, egli fa parte della "Commissione Chiesa e Stato" della Conferenza Episcopale Svizzera, che ha l'incarico di trovare soluzioni per i problemi attuali. Con tutto questo egli ha dato la prova di rispettare le organizzazioni di diritto ecclesiastico nel loro ruolo attuale e la sua disponibilità per collaborare.
Sono riconoscente a tutti i fedeli, che con la buona intenzione di servire la Chiesa, collaborano nelle istituzioni di diritto ecclesiastico. Questo servizio è prezioso, dato che esso aiuta a creare le premesse materiali per l'adempimento della missione della Chiesa. Nella Chiesa, come ha affermato il Concilio Vaticano II (Decreto sull'Apostolato dei laici, n. 2), c'è "unità di missione", ma anche "diversità di ministero". Le istituzioni di diritto ecclesiastico non possono essere convertite di fatto in strumenti di governo ecclesiastico. Non voglio attribuire a nessuno cattive intenzioni. In pratica devo però constatare sempre di nuovo come questo sistema mi impedisca di esercitare la mia funzione di governare, ma anche di santificare e di insegnare, così come il Concilio Vaticano II nuovamente ha insegnato. Quando istituzioni di diritto ecclesiastico strumentalizzano i media, quando cercano di coinvolgere istanze politiche della Confederazione e dei Cantoni per i loro scopi, quando in occasione di certe nomine esprimono quasi apertamente minacce, allora questo non aiuta assolutamente a risolvere i problemi. Un simile comportamento molte volte produce il contrario e va a finire in un atto di pressione. Per di più, le stesse istituzioni di diritto ecclesiastico che si comportano in tale modo, sono le propugnatrici della democrazia all'interno della Chiesa. Democrazia significa però sempre - e lo vediamo quotidianamente nella politica - critica e discussione. Se ora istituzioni che propugnano la democrazia non sanno affrontare la critica con migliori argomenti, ma vogliono far tacere con una campagna mediatica la persona che manifesta una critica, queste istituzioni cadono in contraddizione con i loro stessi principi e perdono credibilità.
Con tutti voi condivido l'impegno per l'unità della Chiesa. Questa unità è l'unità con Cristo, che è la via, la verità e la vita. Così l'unità esiste solo nella verità. In questa dobbiamo sempre più convenire. Questa unità si dimostra nel testimoniare il medesimo Credo, nella celebrazione dei medesimi Sacramenti della fede e nell'essere strettamente uniti con il Successore di Pietro e col Collegio Apostolico, sì con la Chiesa universale. Oltre a ciò nella vita della Chiesa vi sono anche molte cose sottomesse al mutamento dei tempi e perciò variabili, riguardante le quali ci può esserci un sano pluralismo. Il nostro sistema di diritto ecclesiastico non fa parte del deposito della fede. Su questo sistema deve essere possibile pensare così o in altro modo ed anche discuterne.
Confido e prego quotidianamente che riusciamo nella nostra Diocesi ad essere sempre di più uniti nell'essenziale, così da essere e rimanere un membro vivo del corpo della Chiesa universale. Vi ringrazio tutti per ogni apporto in favore di questa unità, che portate col vostro impegno. Mentre chiedo la grazia di Dio su voi tutti e sulla nostra Diocesi, cordialmente vi saluto con la mia benedizione episcopale


+Vitus Huonder
Vescovo di Coira

domenica, agosto 01, 2010

Inaugurazione cappella Sant'Anna e ossario

Cari amici che seguite questo blogg vi presentiamo alcune fotografie scattate in occasione dell'inaugurazione della cappella di Sant'Anna e dell'ossario dopo il relativo restauro durato ca. un anno. Cliccando sul titolo potete accedere alle relative fotografie. Buona visione.