martedì, novembre 16, 2010

Il concerto dei Carisma (articolo di Remo Tosio)



UNA DELLE TANTE PREGIATE OFFERTE DELLA PASTORALE GIOVANILE VAL POSCHIAVO

Gruppo musicale «Carisma»: chi canta prega due volte

Da alcuni anni, in occasione della santa Cresima, la Pastorale giovanile Val Poschiavo si assume l’impegno di organizzare una manifestazione pubblica. Quest’anno è stata la volta di un concerto di carattere religioso, andando a scovare, grazie alle buone relazioni del catechista Alberto Gianoli, il gruppo musicale «Carisma» di Como. Intendiamoci, non sono tipiche canzoni che si cantano durante le funzioni religiose. No, è un gruppo moderno di carattere rock, uno di quelli ritmicamente chiassosi, così come piacciono ai giovani d’oggi, che però si presenta con canti di ispirazione cristiana e sociale. Sabato 6 novembre 2010 si sono esibiti nella palestra comunale di Santa Maria, mentre domenica 7 hanno cantato durane la santa Messa, questa volta con pacato volume.


Si sono dati il nome Carisma perché il loro fine è quello di donare al pubblico, attraverso le loro canzoni, uno spunto di riflessione e un’iniezione di vitalità nel nostro non sempre facile cammino della fede. La parola carisma significa: «dono dello Spirito Santo consistente in una capacità particolare, data a un fedele per il bene della comunità». È un’espressione particolarmente nota negli Stati Uniti, dove sono presenti molteplici gruppi religiosi, cattolici o riformati, che si definiscono carismatici o pentecostali, il che è la stessa cosa perché il riferimento storico allo Spirito Santo è appunto la Pentecoste.
I Carisma si definiscono «un gruppo di amici musicisti che condividono un grande ideale: testimoniare Cristo “fino agli estremi confini della terra” attraverso la musica leggera». Il Gruppo nasce nel gennaio del 2005, all’interno della Pastorale Giovanile della Diocesi di Como, in particolare dal suo collaboratore Federico Colombo, cantautore diplomato, nonché anima del Gruppo. Sue sono infatti quasi tutte le canzoni in testo e musica. Il Carisma è composto dai seguenti sette elementi: Federico Colombo, voce; Andrea Ragona, pianoforte; Armando Tammaro, tastiere; Emanuele Bresciani, chitarra acustica; Stefano Caruso, chitarra elettrica; Luca Maternini, basso elettrico; Claudio Piatti, batteria.
Nell’agosto del 2007 decidono di darsi una regola, che nasce all’interno del gruppo e comprende dieci punti, dei quali voglio citarne tre: «1. Crediamo in Dio Onnipotente, Uno e Trino, e in Gesù Cristo, Figlio di Dio fatto Uomo, che è “Alfa e Omega, principio e fine di ogni cosa”(cfr. Ap. 22, 13); 3. Crediamo nella musica, senza distinzione di genere d’appartenenza né di lingua, come alto e nobile veicolo di comunicazione sociale tra i popoli e le generazioni; 8. Crediamo all’ecumenismo e al dialogo inter-religioso quale incontro e confronto reciproco, anche attraverso la musica, di fede, storia e cultura».
Nel novembre del 2008 i Carisma partecipano al concorso nazionale dei giovani gruppi musicali cristiani, «Jubilmusic - International Festival of Christian Music», avvenuto al Teatro Ariston di San Remo, dove vincono il primo premio con la canzone «Vi lascio la Pace». Durante l’inverno 2008-2009 hanno inciso un CD che comprende dieci canzoni (per acquistarlo rivolgetevi al Catechista). Sono molto noti in Italia e in Svizzera, specialmente in Ticino.
Nel 2009 i Carisma istituiscono un’associazione di promozione sociale, alla quale danno il nome di Associazione Carisma. La stessa intende sostenere – attraverso la vendita dei loro dischi e grazie alle donazioni – progetti umanitari alle popolazioni in via di sviluppo. Il primo, in parte già iniziato, comprende la costruzione di un liceo nella Diocesi di Mogodè nel Camerun (Africa), dove operano missionari della Diocesi di Como.
Sabato sera in palestra comunale, dopo il saluto di benvenuto da parte di Luca Crameri e Alberto Gianoli della Pastorale giovanile, durante un’ora e mezza il gruppo Carisma ha offerto una ricca serie di canzoni, laddove i sentimenti della fede cristiana uscivano dai meravigliosi testi, i quali venivano anche proiettati su telone. Sant’Agostino diceva che chi canta prega due volte. Con tutte quella canzoni immaginatevi quante preghiere sono salite al Signore quella sera!
Da sottolineare che il Gruppo non ha chiesto onorario ma soltanto vitto e alloggio. Grazie di cuore per questa piacevole offerta musicale, che speriamo non sia l’ultima!
Remo Tosio

Omelia di S.E. mons. Vitus Huonder per le Cresime a Le Prese e Brusio (sabato 6 e domenica 7 novembre 2010)

Cari Cresimandi.
Il Santo Padre Papa Benedetto XVI, in una lettera ai seminaristi - giovani che si preparano al sacerdozio - ha raccontato questo suo ricordo: «Nel dicembre 1944, quando fui chiamato al servizio militare, il comandante di compagnia domandò a ciascuno di noi, a quale professione aspirasse per il futuro. Risposi di voler diventare sacerdote cattolico. Il sottotenente replicò: Allora Lei deve cercarsi qualcos’altro. Nella nuova Germania non c’è più bisogno di preti».
Nel 1944 il Santo Padre aveva diciassette anni, e doveva presentarsi per il servizio militare. C’era la guerra, la Seconda Guerra mondiale. La situazione per la Germania - per il mondo intero - era molto seria.
Carissimi, la nuova Germania non esiste più. Scomparve nel 1945. Anche la Germania dopo 1945, la Germania divisa, scomparve, cioè scomparve quel potere che veniva dalla Russia che tanto era pericoloso per la Germania e per noi tutti. Ed anche altri regni scomparvero. La Chiesa cattolica invece esiste ancora, esiste in Svizzera, esiste in Germania, esiste nel mondo intero. E quindi il mondo di oggi ha bisogno di Sacerdoti più di prima. I Sacerdoti non devono cercare qualcosa d’altro, così come suggerì il sottotenente di compagnia. Trovano lavoro e sono richiesti. Allora possiamo chiederci: come mai la Chiesa non scompare, mentre i Regni di questo mondo si sciolgono, uno dopo l’altro?
La Chiesa si trova sotto la particolare guida dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo assiste particolarmente il Santo Padre ed i Vescovi. Egli li aiuta a poter essere buoni Pastori dei fedeli.
Lo Spirito Santo dirige però anche ogni singolo fedele. Particolarmente con il Sacramento della Cresima lo Spirito Santo rinforza anche voi. Vi aiuta a mantenervi fedeli alla fede, e a compiere la volontà di Dio. Vi rende forti, perché possiate perfino morire per la fede.
Nel racconto dei sette fratelli Maccabei, che abbiamo appena sentito, ci viene presentato un magnifico esempio di fortezza nella fede. Nessuno dei Sette Fratelli ebbe paura delle minacce del re e nessuno abbandonò la propria fede. Corag-giosa fu la risposta: “Che cosa cerchi di indagare o sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le patrie Leggi”. “Le patrie Leggi” sono i Comandamenti e i precetti della fede.
Oggi conosciamo i Comandamenti della Chiesa. In quel tempo c’erano anche dei comandamenti per il Popolo d’Israele, attraverso i quali il popolo veniva rinforzato nella fede. Per questo, il primo dei sette fratelli rese testimonianza al re dicendo coraggiosamente che lui non è pronto a calpestare i comandamenti religiosi della sua Comunità.
Così anche noi non dovremmo mai calpestare i precetti della Chiesa, e specialmente i Comandamenti di Dio. Lo Spirito Santo vi da la forza per questo se voi invocherete sempre il suo aiuto. Riceviamo questo coraggio se pensiamo sempre che anche noi dopo la morte attendiamo una vita nuova. Per questo il quarto fratello dice: “È bello morire a causa degli uomini, per attendere da Dio l’adempimento delle speranze di essere da lui di nuovo risuscitati.” Se noi ci manteniamo sempre vicini a Dio e rispettiamo i suoi Comandamenti, anche noi un giorno entreremo nella felicità eterna. Per questo preghiamo in modo particolare lo Spirito Santo affinché ci aiuti a non perdere mai la vita eterna, ma ad unirci a tutti i Santi in cielo per lodare per sempre la Santissima Trinità.
Amen.

sabato, novembre 06, 2010

On-line le foto delle Cresime a Le Prese

Cliccando sul titolo sono visibile le fotografie delle Cresime, amministrate dal vescovo di Coira, monsignor Vitus Huonder, sabato 6 novembre 2010 nella parrocchia di Le Prese.
Hanno ricevuto il sigillo dello Spirito Santo 11 ragazzi appartenenti alle comunità di Poschiavo, Sant'Antonio e Le Prese.
Grazie al fotografo Remo Tosio!

martedì, ottobre 26, 2010

Concerto dei Carisma

Sabato 6 novembre alle palestre comunali
Concerto dei Carisma
Quando la musica pop e rock diventa fede

Anche quest’anno si rinnova l’omaggio musicale, ormai divenuto una tradizione negli ultimi due anni, ai ragazzi che il prossimo sabato 6 novembre riceveranno il sacramento della Cresima nella chiesa parrocchiale di Le Prese. Lo scorso anno, grazie all’organizzazione della Pastorale Giovanile Val Poschiavo e alla collaborazione delle parrocchie, era stato possibile proporre il musical «Don Niente», mentre due anni fa era stato apprezzato lo spettacolo «La matita di Dio», ispirato alla figura della beata Teresa di Calcutta.
Quest’anno il genere cambia e la Pastorale Giovanile Val Poschiavo offre all’intera Valle un evento musicale di grande spessore. Sabato 6 novembre, alle palestre comunali di Santa Maria, suoneranno i Carisma, un gruppo musicale pop/rock d’ispirazione cristiana, che nell’aprile del 2009 ha già pubblicato un cd contenente dici brani. Ormai due anni fa, hanno vinto «Giovani x Jubilmusic», concorso musicale che si svolge ogni anno al Teatro Ariston di Sanremo – lo stesso del Festival della Canzone Italiana – e che vede la partecipazione di gruppi o solisti che hanno prima superato una selezione nazionale.
Nel concerto di Poschiavo, in programma alle ore 20.30, saranno presentati sia alcuni dei brani inseriti nel cd, ma anche inediti e altri pezzi del repertorio del gruppo e degli artisti della Hope Music School della Conferenza Espiscopale Italiana. Sul palco saliranno il cantante Federico Colombo, Andrea Ragona al pianoforte e Armando Tammaro alle tastiere. Emanuele Bresciani suonerà la chitarra acustica, mentre Stefano Caruso la chitarra elettrica. Basso elettrico per Luca Maternini e batteria per Claudio Piatti. Assieme ai carisma anche uno special guest, un chitarrista di fama che affiancherà il gruppo nell’esecuzione di alcuni brani.

Federico, da sempre sei un appassionato musicista. Quando e come hai avuto l’intuizione che le tue doti potevano essere messe al servizio della Chiesa?

«Sin da bambino desideravo scrivere canzoni e cantarle. Nel 1998 ho incontrato la Hope Music School di Roma (iniziativa della Pastorale Giovanile della Conferenza Episcopale Italiana), una scuola di formazione nella quale ho affinato le mie capacità creative e il mio bagaglio formativo. È stata una grande palestra per iniziare a comprendere quanto fosse bello condividere la propria musica, il proprio mondo, con tanti altri. Lì ho compreso quanto la musica possa svolgere davvero una funzione sociale, e quanto anche un cantautore possa sentirsi “strumento” al servizio delle gente, suscitando talvolta profonde riflessioni. Il mio collaborare a stretto contatto con la Commissione Giovanile Diocesana di Como in tutti questi anni, avviando anche con altri amici nel 2000 l’Equipe Musicale Diocesana, è stato un passo naturale per sentirsi Chiesa in un modo nuovo: la musica leggera può essere uno “strumento” per arrivare a Dio, per parlare di Dio. E con essa Dio stesso ci può chiamare ad essere Suoi “strumenti” e testimoni».
Assieme ad altri due amici sei uno dei fondatori del Progetto musicale Carisma. Com’è nata l’iniziativa?
«È nata per la voglia di essere attraverso la musica sale della terra e luce del mondo. Ne è nato un Progetto serio, di ampio respiro, forse per certi aspetti innovativo. Crediamo sia davvero possibile fare musica professionalmente e qualitativamente valida, dando un valore etico alle logiche di mercato, spinti dal desiderio di tornare a dire, in quest’epoca arida di valori che ricordano un Illuminismo moderno, che è possibile ancora sperare. Che Cristo non toglie nulla ma dona tutto, come direbbe il nostro Papa Benedetto».
Musicisti cristiani o cristiani musicisti?
«Direi prima di tutto cristiani, perché lo saremmo anche senza suonare. L’essere musicisti ci permette invece di parlare a chiunque, senza distinzione di confessione religiosa o di idee. Il valore aggiunto sta nel fatto che da cristiani possiamo farlo proponendo il nostro essere, l’ideale in cui crediamo. E magari trovare dei punti di incontro anche con chi arriva da una strada diversa dalla nostra».

La proposta dei Carisma non è quindi per un pubblico unicamente religioso, ma è aperta a tutti gli amanti della buona musica. Non si tratta di andare ad ascoltare «canzoni di Chiesa», ma di partecipare ad un concerto di professionisti che sanno fare musica, mettendola a servizio della fede. L’ingresso sarà libero: assieme ai nuovi cresimati sono pertanto attesi tutti coloro che volessero passare un sabato sera musicale. Per chi volesse qualche anteprima, è possibile ascoltare degli spezzoni dei brani contenuti nel primo cd dei Carisma all’indirizzo web www.carismalive.com.


Alberto Gianoli, catechista

venerdì, ottobre 01, 2010

La parrocchia di Le Prese a concorso

Posto a concorso

In seguito alle dimissioni dell’attuale parroco,
* la parrocchia di Le Prese GR
viene messa a concorso. Per questo impiego è assolutamente necessario la conoscenza della lingua italiana e sono richieste delle conoscenze di lingua tedesca.
Preghiamo gli interessati, di annunciarsi entro il 5 novembre 2010 presso la Segreteria del Consiglio episcopale, Hof 19, 7000 Coira.


Infolge Demission des bisherigen Stelleinhabers wird
* die Pfarrei Le Prese GR,
zur Wiederbesetzung ausgeschrieben. Für diese Stelle ist die Beherrschung der italienischen Sprache unbedingt erforderlich und Deutschkenntnisse sind ebenfalls Voraussetzung.
Interessenten werden gebeten, sich bis zum 5. November 2010 beim Bischöflichen Ordinariat, Sekretariat des Bischofrates, Hof 19, 7000 Chur, zu melden.

Bischöfliche Kanzlei
Chur, 1. Oktober 2010

lunedì, agosto 16, 2010

Lettera del vescovo Vitus

Lettera del vescovo Vitus Huonder a tutti i
- sacerdoti e diaconi
- collaboratori e collaboratrici pastorali
- esecutivi delle chiese cantonali
nella Diocesi di Coira


7000 Coira, 13 agosto 2010

Reverendi confratelli nel sacerdozio e nel diaconato
Egregi collaboratori e collaboratrici pastorali
Signore e Signori

In vista del terzo anniversario della mia ordinazione episcopale desidero rivolgermi a tutti Voi con riconoscenza, ma anche con preoccupazione. Ho posto il mio episcopato sotto il motto "Restaurare tutto in Cristo". Sono riconoscente a tutti coloro che in questi tre anni passati hanno sostenuto questo mio servizio episcopale nello spirito di questo motto e che lo faranno anche in futuro. In questo contesto desidero ricordare quanto dissi in occasione della mia consacrazione episcopale: "Non perdiamo fiducia nel Signore anche nei momenti di difficoltà e di afflizione, di perplessità e di insicurezza, di dubbio e di timore, soprattutto però vogliamo offrire al Signore il nostro amore e così legarci sempre di più a Lui ed alla sua opera, la santa Chiesa. Niente ci separi dall'amore di Cristo (cfr. Rom 8, 35): da quell'amore che noi Gli dimostriamo, ma anche da quell'amore col quale Egli ci ha amati e sempre ci ama". Quando ricordo queste parole, maggiormente mi fanno male i comunicati stampa e articoli seguenti pubblicati sui media nella seconda metà del mese di luglio. Come annunciato, desidero ora comunicare a voi tutti alcune mie riflessioni.
Il 20 febbraio 2008 ho dichiarato ufficialmente, che - con l'approvazione della Santa Sede - dopo le dimissioni avvenute del Vescovo ausiliare S. E. Mons. Peter Henrici e dopo la rinuncia da attendere del Vescovo ausiliare S. E. Mons. Paul Vollmar - per la Diocesi di Coira dovevano essere nominati due nuovi Vescovi ausiliari. Il 7 dicembre 2009 venne nominato dal Santo Padre Benedetto XVI il Vescovo ausiliare S. E. Mons. Marian Eleganti.
La procedura per la nomina di Vescovi ausiliari è uguale in tutta la Chiesa universale. Questa procedura non mi vieta di chiedere consiglio, come d'altronde ho fatto. Sono rimasto tuttavia molto colpito dal fatto che negli ultimi anni praticamente tutto quanto riguardava la nomina di Vescovi nella nostra Diocesi è stato fatto pervenire nelle mani dei media, disprezzando la riservatezza. Prima dell'elezione episcopale del 2007, sulla stampa vennero presentati candidati sui quali il Nunzio Apostolico aveva compiuto un processo informativo. La mia elezione e i nomi dei due altri candidati che presumibilmente erano sulla terna della Santa Sede, si poté leggere in Internet già il giorno stesso dell'elezione episcopale. Una prima proposta per un Vescovo ausiliare per la nostra Diocesi, nel marzo 2008, dopo il processo informativo del Nunzio Apostolico, venne resa pubblica mediante una mirata indiscrezione. Quando, nella primavera del 2009, in previsione della nomina di un Vescovo ausiliare per la successione di S. E. Mons. Paul Vollmar, venne fatto su un'altra persona un processo informativo confidenziale dal Nunzio Apostolico, prontamente il nome di quella persona apparve sulla stampa. Tutti questi procedimenti soggiacciono al segreto pontificio, che vale per tutta la Chiesa. Il segreto pontificio richiede una stretta segretezza. Poiché, tanto per la nomina di un Vescovo diocesano quanto per la nomina di un Vescovo ausiliare, inizialmente si prendono in considerazione diversi candidati, dai quali poi uno solo può essere nominato. La segretezza protegge specialmente coloro che - per qualsiasi motivo - non possono essere nominati. Per me è un grande dolore constatare che nella nostra Diocesi evidentemente ci sono delle persone alle quali la fama di altre persone è di minor valore che il raggiungimento di propri scopi di politica ecclesiastica tramite campagne pubbliche. È mia grande preoccupazione che, attraverso l'uso di metodi di questo tipo, nasca la discordia e i fedeli nella nostra Diocesi si dividano tra loro.
Tornando agli attuali avvenimenti: Appena io, come dissi, nel marzo 2008, avevo presentato al Santo Padre una lista di tre persone come prevede il Diritto canonico, giravano pubblicamente diversi nomi. Questo causò agitazioni, per cui ho preso tempo per sentire e vagliare gli argomenti. Per questo, tutta la questione rimase ferma per oltre due anni. Ora sto riprendendo in mano la questione. In questo senso, il 6 luglio 2010 ho avuto un colloquio preliminare col partente Prefetto della Congregazione per i Vescovi. Questo colloquio ebbe un carattere provvisorio, dato che nella Congregazione per i Vescovi si prevede un cambiamento: Solo coi primi di settembre 2010 entrerà in carica come nuovo Prefetto della Congregazione per i Vescovi l'attuale Arcivescovo del Quebec, il Cardinale Marc Ouellet.
Indipendentemente se e come verrà deciso per un secondo Vescovo ausiliare, mi sento obbligato a parlare del Rev. Martin Grichting. Lo faccio perché venne apertamente aggredito dalla "Biberbrugger Konferenz" e anche da altre persone e non può, nell'attuale situazione, esprimersi. Il Rev. Grichting, nei due anni trascorsi, ha dimostrato tra l'altro come Moderator Curiae e come Vicario Generale che è capace di lavorare in un team e di essere competente. Questo mi viene confermato da molte comunicazioni positive da parte dei nostri consigli diocesani e da parrocchie. Ripetutamente si accusa il Vicario generale Grichting di essere critico di fronte alle istituzioni di diritto ecclesiastico. Si dimentica però che egli a suo tempo da parroco per circa 10 anni appartenne ad un a sovrastanza di un Comune parrocchiale, si lasciò eleggere parroco da parte di un Comune parrocchiale ed è ancora oggi, come rappresentante dell'Ordinariato vescovile, membro del Parlamento della Chiesa Cattolica dei Grigioni. Inoltre, dopo il convegno sul diritto ecclesiastico svizzero (Lugano 2008) ed assieme a rappresentanti delle organizzazioni diritto ecclesiastico, egli fa parte della "Commissione Chiesa e Stato" della Conferenza Episcopale Svizzera, che ha l'incarico di trovare soluzioni per i problemi attuali. Con tutto questo egli ha dato la prova di rispettare le organizzazioni di diritto ecclesiastico nel loro ruolo attuale e la sua disponibilità per collaborare.
Sono riconoscente a tutti i fedeli, che con la buona intenzione di servire la Chiesa, collaborano nelle istituzioni di diritto ecclesiastico. Questo servizio è prezioso, dato che esso aiuta a creare le premesse materiali per l'adempimento della missione della Chiesa. Nella Chiesa, come ha affermato il Concilio Vaticano II (Decreto sull'Apostolato dei laici, n. 2), c'è "unità di missione", ma anche "diversità di ministero". Le istituzioni di diritto ecclesiastico non possono essere convertite di fatto in strumenti di governo ecclesiastico. Non voglio attribuire a nessuno cattive intenzioni. In pratica devo però constatare sempre di nuovo come questo sistema mi impedisca di esercitare la mia funzione di governare, ma anche di santificare e di insegnare, così come il Concilio Vaticano II nuovamente ha insegnato. Quando istituzioni di diritto ecclesiastico strumentalizzano i media, quando cercano di coinvolgere istanze politiche della Confederazione e dei Cantoni per i loro scopi, quando in occasione di certe nomine esprimono quasi apertamente minacce, allora questo non aiuta assolutamente a risolvere i problemi. Un simile comportamento molte volte produce il contrario e va a finire in un atto di pressione. Per di più, le stesse istituzioni di diritto ecclesiastico che si comportano in tale modo, sono le propugnatrici della democrazia all'interno della Chiesa. Democrazia significa però sempre - e lo vediamo quotidianamente nella politica - critica e discussione. Se ora istituzioni che propugnano la democrazia non sanno affrontare la critica con migliori argomenti, ma vogliono far tacere con una campagna mediatica la persona che manifesta una critica, queste istituzioni cadono in contraddizione con i loro stessi principi e perdono credibilità.
Con tutti voi condivido l'impegno per l'unità della Chiesa. Questa unità è l'unità con Cristo, che è la via, la verità e la vita. Così l'unità esiste solo nella verità. In questa dobbiamo sempre più convenire. Questa unità si dimostra nel testimoniare il medesimo Credo, nella celebrazione dei medesimi Sacramenti della fede e nell'essere strettamente uniti con il Successore di Pietro e col Collegio Apostolico, sì con la Chiesa universale. Oltre a ciò nella vita della Chiesa vi sono anche molte cose sottomesse al mutamento dei tempi e perciò variabili, riguardante le quali ci può esserci un sano pluralismo. Il nostro sistema di diritto ecclesiastico non fa parte del deposito della fede. Su questo sistema deve essere possibile pensare così o in altro modo ed anche discuterne.
Confido e prego quotidianamente che riusciamo nella nostra Diocesi ad essere sempre di più uniti nell'essenziale, così da essere e rimanere un membro vivo del corpo della Chiesa universale. Vi ringrazio tutti per ogni apporto in favore di questa unità, che portate col vostro impegno. Mentre chiedo la grazia di Dio su voi tutti e sulla nostra Diocesi, cordialmente vi saluto con la mia benedizione episcopale


+Vitus Huonder
Vescovo di Coira

domenica, agosto 01, 2010

Inaugurazione cappella Sant'Anna e ossario

Cari amici che seguite questo blogg vi presentiamo alcune fotografie scattate in occasione dell'inaugurazione della cappella di Sant'Anna e dell'ossario dopo il relativo restauro durato ca. un anno. Cliccando sul titolo potete accedere alle relative fotografie. Buona visione.

giovedì, giugno 03, 2010

Corpus Domini 3 giugno 2010

Cari amici che ci seguite tramite questo blog, siamo lieti di presentarvi le fotografie scattate dal coordinatore del Consiglio Pastorale di Poschiavo Signor Remo Tosio, durante la processione del Corpus Domini tra le vie del Borgo di Poschiavo. Lo ringraziamo per il prezioso contributo. Cliccando sul titolo di questo articolo potete visionare la presentazione fotografica.

lunedì, maggio 10, 2010

Prima comunione Poschivo 2010

Cari bambini che domenica 9 maggio avete ricevuto la Prima comunione in San Vittore Mauro a Poschiavo, Vi informo che le fotografie scattate dal Signor Remo Tosio , che ringraziamo di cuore, potete visionarle schiacciando sul titolo di questo messaggio. Tutte sono a vostra disposizione potete scaricarle a piacimento.
Colgo l'occasione per ringraziare tutti per la bella riuscita della feste.

venerdì, aprile 02, 2010

L'omelia del vescovo Vitus alla Messa Crismale

Omelia di S. E. Mons. Vitus Huonder, Vescovo di Coira,
Giovedì Santo, 1° aprile 2010, S. Messa del Crisma

Cari sacerdoti, cari confratelli,
"Il Signore mi ha consacrato con l'unzione", dice il profeta (Is 61, 1). Nel Vangelo il Signore Gesù riprende questo passo e ci fa attenti, che la parola del profeta si è compiuta in Lui (Lc 4, 18). Egli è l'Unto di Dio. Egli è il Profeta, è il Re, è il Sacerdote.

La più sublime unzione è l'unzione sacerdotale. Attraverso l'unzione sacerdotale Cristo è quel Sommo Sacerdote, che causa la riconciliazione e rende possibile a noi uomini l'accesso a Dio. Senza l'opera del Sommo ed Eterno Sacerdote Gesù Cristo non c'è nessuna riconciliazione con Dio e nessun accesso alla vita eterna. Questo ce lo dice soprattutto la lettera agli Ebrei.

Ora, il sacerdozio di Gesù Cristo è presente nel sacramento dell'Ordine Sacro. Nel momento in cui Gesù, come ci precisa l'evangelista Luca (Lc 22, 14), celebra con gli Apostoli la Cena pasquale, comunica al gruppo dei Dodici la sua stessa potestà sacerdotale. Gli Apostoli sono identici al gruppo dei Dodici. Essi si distinguono dal gruppo dei altri discepoli, poiché sono coloro, per i quali Gesù ha pregato in modo particolare e che ha scelto specificatamente (Lc 6, 12-16). Gesù introduce soltanto loro nel suo mandato sacerdotale. A loro da la potestà sacer-dotale nell'istante, in cui li sollecita a compiere, quello che Egli stesso ha compiuto, dicendo: "Fate questo in memoria di me" (Lc 22, 19). Proprio queste sono le parole della consacrazione sacerdotale. Questo è il momento, in cui Egli istituisce il sacramento dell'Ordine. Gli Apostoli, seguendo Gesù, in forza della sua potestà, diventano veri e propri sacerdoti; diventano uomini, che incorporano e continuano il sacerdozio di Cristo, come ci è descritto nella lettera agli Ebrei. Attraverso la partecipazione alla potestà del sacerdozio del Signore, essi stessi sono introdotti nel mandato del Sommo Sacerdote.

Secondo la lettera agli Ebrei il sacerdozio significa compi-mento della riconciliazione. Attraverso il sacerdozio, attraverso l'opera sacerdotale, i consacrati devono purificare gli uomini dai loro peccati e santificarle. Gesù vuole, che i suoi Apostoli siano dotati di questa potestà. Poiché quello che loro operano, quello che loro devono fare in " memoria di me", come dice il Signore, è il compimento di un sacrificio: Lui da a loro il Corpo, che è offerto in sacrificio per loro e per gli uomini. Lui consegna il calice della Nuova Alleanza, nel suo Sangue, che è versato per loro et per molti in remissione dei peccati. Sono chiare affermazioni, che accentuano il carattere sacrificale del mandato del Signore; parole chiare, che scaturiscono dal rituale sacrificale del Vecchio Testamento. Nel momento in cui Gesù ricorda questo rituale e lo applica alla sua passione e morte, istituisce il sacrificio del Nuovo Testamento, della Nuova Alleanza, e ne da consegna ai suoi Apostoli, ai Dodici, per adempiere questo suo sacrificio.

Gesù, dunque, ha consacrato sacerdoti. Attraverso il loro mandato si perpetua la riconciliazione del Sacrificio della Croce di nostro Signore nei secoli. Mediante gli Apostoli e i loro successori, i vescovi, voi, cari sacerdoti, venite coinvolti in questa opera di riconciliazione. Vi prego pertanto di rendervi conto di questa vostra dignità. Vi prego quindi di condurre una vita conforme a questo mandato, una vita non in contrasto con esso. Vi prego di voler continuamente santificarvi, affinché non siate in contradizione con quanto fate, ma invece inseriti come "offerta viva" nel sacrificio di nostro Signore, affinché, in questo sublime momento del santo sacrificio, possiate essere un unum col Signore; non solo agire in persona Christi capitis, ma anche veramente essere, esistere in persona Christi capitis.

In oltre vi prego di proteggere il santo sacrificio e fare in modo, che i fedeli dignitosamente partecipino alla santa celebra-zion. La Santa Messa non è un raduno profano per ogni cosa. Non dobbiamo considerarla come un mezzo per uno scopo non idoneo. Al contrario, non dobbiamo celebrarla pubblicamente, se dovessimo presumere, che i partecipanti non riescono a ri-conoscere e comprendere il suo significato intimo. Siate, dunque, fedeli custodi di questo sacrificio, e non tollerate, che il Signore venga profanato con atti sacrileghi. Non dobbiamo esporre il Signore al tradimento.
Fratelli, lasciatevi rinnovare nella vostra dignità sacerdotale. Lasciatevi penetrare di nuovo da quella grazia e da quell'amore, che così copiosamente avete ricevuto il giorno della vostra consacrazione sacerdotale, e da quell'amore che, in quel giorno, avete ricambiato al Signore.

Per questo rinnovamento invochiamo la Vergine Maria, Madre del nostro Signore. Volga a noi il suo sguardo, e implori quelle grazie necessarie per perseverare e crescere nel servizio sacerdotale, in povertà di spirito, nell'obbedienza alla fede e nella castità di una vita pura. Per questo rinnovamento nello spirito preghiamo anche il Patrono dei sacerdoti, il santo Curato d'Ars. Intervenga, affinché possiamo essere catturati dal Signore e sfuggire alle tentazioni dello Spirito maligno. Amen.

martedì, marzo 16, 2010

Lettera pastorale del vescovo Vitus per la quaresima 2010

Parola per i giovani
Parola a voi, giovani

Fratelli e sorelle nel Signore,
i giovani, la loro fede, il loro futuro, la loro salvezza eterna ci devono stare a cuore in modo particolare. Possiamo partire dalla convinzione che anche nel più profondo del cuore dei giovani vive ed agisce il desiderio delle cose eterne e di Dio.
Un modello per la gioventù ci è dato dalla figura biblica del profeta Daniele. Daniele era uno di quei giovani che vennero deportati in Babilonia, nel paese di Schinar, e assunti a corte per il servizio del re. L’atteggiamento religioso di Daniele è davvero impressionante e commovente. Leggiamo nel Libro di Daniele: «Daniele decise in cuor suo di non contaminarsi con le vivande del re e con il vino dei suoi banchetti e chiese al capo dei funzionari di non obbligarlo a contaminarsi».1 Cosa significa tutto questo? In che modo dobbiamo interpretare queste parole? Esse esprimono l’atteggiamento del giovane Daniele, che voleva rimanere fedele alla sua fede. Non si lasciò allontanare dai principi della sua religione neppure da un ambiente ostile. È questo un esempio eloquente, come dei giovani possano già essere saldi nella fede e capaci di nuotare contro corrente. Si impone la domanda: cosa possiamo fare noi per favorire il rapporto dei giovani con Dio affinché essi rimangano fedeli alla loro fede e non la rinneghino in nessuna maniera?
Dalla storia di Daniele e dei suoi compagni possiamo trarre per noi tutti un’importante conclusione, cioè, che la struttura del mondo del domani non è frutto del caso e del destino. Dipende pure dal come noi abbiamo educato i nostri bambini e formato la nostra gioventù. È, dunque, la conseguenza di quello che abbiamo trasmesso ai giovani in vista del loro avvenire. Dobbiamo domandarci: Potranno essi costruirsi con i nostri orientamenti qualcosa di significativo e infondere senso alla loro vita? Potranno resistere di fronte ad un mondo spesso indifferente e persino ostile alla fede cristiana e ai suoi valori? Riusciranno a rimanere saldi di fronte alle passioni e ai vizi del mondo che li circonda? Questa è la domanda fondamentale. L’educazione e la formazione devono essere in grado di trasmettere ai giovani il vero senso della vita e di comunicare sicurezza per il loro cammino esistenziale. Ciò suppone molto di più che una vera conoscenza tecnica e un comportamento adeguato di fronte alle risorse di questo mondo. La formazione del cuore va oltre la comunicazione di conoscenze tecniche e di un’ingegnosa utilizzazione del mondo e dei suoi beni. Sta il fatto che Daniele e i suoi compagni ricevevano quell’aiuto che li rendeva saldi nella fede dalla tradizione giudaica e specialmente dalla guida forte ed esemplare del loro padre.
San Paolo, a proposito, ci ha detto una parola piena di significato: “Con il cuore infatti si crede per ottenere giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza”. La fede, per noi uomini, è necessaria per la salvezza. Gesù infatti ha detto: “non di solo pane vive l’uomo”. Egli vive della relazione con Dio, della famigliarità col Figlio di Dio, con Gesù. Nel momento in cui l’uomo si rivolge a Dio e “invoca il Suo Nome” sarà salvo. Deve dunque starci a cuore il trasmettere ai bambini e ai giovani la forza edificante e costruttiva della fede, della fede in Gesù Cristo B che è il Daniele del Nuovo Testamento.
La fede è in unità con i valori. Ci fa scoprire ciò che veramente vale nella vita e ci rende attenti su quanto è male e pericoloso. Ciò che veramente vale ha molti nomi: la vita divina, la preghiera, i Comandamenti divini, l’amore di Dio e del prossimo, i Sacramenti, la grazia, la salvezza, la vita eterna. Tutto questo è in diretta contrapposizione con il peccato, la perdizione, il vizio, la dannazione. È importante che ai bambini e ai giovani venga trasmessa una chiara scala dei valori. Non possiamo lasciar correre le cose con indifferenza e noncuranza. È nostro dovere comunicare loro i principi della fede. Vorrei incoraggiare tutti coloro che si impegnano nella formazione e nell’educazione dei giovani, a dare priorità agli inequivocabili valori etici della nostra fede. Invito perciò le parrocchie a creare e favorire fra i giovani il senso di sentirsi a casa nella comunità ecclesiale e anche a voler mettere generosamente a disposizione i mezzi materiali necessari a tale fine.
In questo contesto desidero richiamare l’attenzione sull’importanza delle cosiddette “Giornate Mondiali della Gioventù” e sulle loro manifestazioni. I giovani necessitano per il consolidamento della loro fede di un ambiente adeguato. Hanno bisogno di poter sviluppare la loro fede in comunione con altri. Proprio le “Giornate Mondiali della Gioventù” danno la possibilità di vivere questa esperienza. In questo contesto richiamo l’attenzione sulla Giornata Mondiale per la Gioventù che si terrà a Madrid dal 15 al 20 agosto 2011. È un imperativo per le nostre parrocchie creare i dovuti presupposti affinché numerosi giovani possano parteciparvi dopo una preparazione solida e adeguata.

Cari giovani,
vorrei dirvi che la vostra vita è preziosa. È unica ed irrepetibile. Perciò abbiate cura della vostra vita. Pensateci bene: la vita è un dono di Dio. Impegnatela al servizio di Dio e per la salvezza eterna della vostra anima. Si può anche incanalarla male e rovinarla. Da voi dipende ciò che diventerete, quello che domani sarete, quale sarà il vostro avvenire, e quanto contribuirete alla vostra salvezza eterna.
La fede in Gesù Cristo vi aiuterà ad andare incontro ad un avvenire felice ed a poter realizzare il piano che Dio ha su di voi. Gesù ha vinto il male. Questo lo abbiamo sentito proprio nel Vangelo. Questo messaggio è anche per voi una lieta notizia. In Gesù anche voi avete vinto il male. Non dovete aver paura. Persino nelle ore più buie il Signore è accanto a voi come un buon amico e vi accompagna e vi sostiene. Non rifiutate la sua presenza. Rimanete nella sua amicizia.
Soprattutto vorrei ricordarvi l’importanza dei Sacramenti. Se non li conoscete rivolgetevi ad un sacerdote perché vi introduca alla vita sacramentale. Sono doni di Gesù, e per voi sono il più grande e valido aiuto sulle strade di questo mondo.
All’inizio di questa lettera vi ho presentato il profeta Daniele, che è anche per voi una figura affascinante. Daniele è rappresentato nella nostra cattedrale di Coira sul capitello della prima colonna del coro, a destra. Siede sovrano tra due leoni. Li abbraccia con ambedue le mani. Una delle mani è addirittura finita nelle fauci di uno dei leoni. L’artista è stato maestro nell’illustrare che un giovane, ancorato alla fede, protetto e guidato da Dio, può affrontare tutti i pericoli di questo mondo. Di fronte alla sua fede anche le fiere più pericolose diventano docili. Come potete vedere, Daniele è veramente un esempio per voi giovani. Vi incoraggia. Vi fa riflettere. Vi dice: “Guarda quello che sei capace di fare con Dio, se costruisci tutto su di lui”. Nella figura di Daniele, come pure in quella di tanti giovani santi della Chiesa, potete scoprire una fede virile, potete ammirare il coraggio della testimonianza e potete alla fin fine imitare voi stessi il loro coraggio.
Vi auguro di cuore che possiate scoprire l’importanza della fede per la vostra felicità futura e trovare in essa forza, senso e serenità, affinché la vostra vita riesca oggi, domani, ma anche in vista dell’eternità.
Ringrazio tutti coloro che si impegnano per il futuro della gioventù, spezzando loro con generosità il pane spirituale. Su tutti imploro la benedizione di Dio e la sua grazia e l’aiuto della beata Vergine Maria, Madre di Dio.

Il vostro Vescovo
+ Vitus Huonder

Giornata delle rose

Sacrificio Quaresimale
ROSE PER IL DIRITTO AL CIBO
Sabato e domenica saranno in vendita anche in Valposchiavo

Sabato 13 marzo, in tutta la Svizzera, saranno messe in vendita 160mila rose – offerte da Migros – che provengono dall’azienda agricola Kiliflora, in Tanzania, e sono certificate Max Havelaar. Questo marchio di qualità viene attribuito a prodotti dei Paesi del sud del mondo, ottenuti in conformità a precisi standard sociali e nella maniera più ecologica possibile. Le lavoratrici e i lavoratori hanno orari di lavoro stabiliti in modo preciso, ricevono un salario superiore alla media e parte del guadagno è riservata a progetti comunitari. Il commercio delle rose ha dunque influssi positivi sia sulla comunità sia sull’intera regione in cui vengono prodotte.
Acquistando le rose, al prezzo di 5 franchi ciascuna, si potrà sostenere un progetto del commercio equo di Sacrificio Quaresimale in Perù, dove le condizioni di vita nelle Ande, ad oltre 4000 metri di quota, sono estreme. Per migliorare l’alimentazione di chi vive a quelle latitudini, il Centro de Promocion Urbano Rural Juliaca (CPUR), un’organizzazione partner di Sacrificio Quaresimale, punta sulla coltura della quinoa. Questo alimento molto proteico, già conosciuto e apprezzato dalle popolazioni andine oltre 6000 anni fa, ben si è adattato alle condizioni climatiche difficili degli altipiani e delle montagne.
Nel 1994 il CPUR ha fondato con le famiglie contadine della regione di Juliaca una cooperativa, allo scopo di migliorare qualitativamente e quantitativamente l’alimentazione della popolazione e di promuovere i prodotti locali. Nel caso della quinoa, i produttori hanno l’opportunità di seguire corsi di approfondimento e ricevono sementi di ottima qualità. Inoltre possono vendere il loro raccolto alla CPUR, che lavora la quinoa e la prepara per la vendita, a un prezzo molto più interessante di quello offerto dai grossisti tradizionali.
In collaborazione con CPUR, Sacrificio Quaresimale promuove le cooperative di produttori perché l’attività di queste organizzazioni ha ricadute positive sulle famiglie contadine. Queste, approfittando di introiti sicuri possono, oltre a far fronte ai propri fabbisogni basilari, garantire, per esempio, la formazione scolastica dei figli o migliorare l’infrastruttura della propria fattoria.
L’intero ricavato della vendita delle rose, che si potranno acquistare a Poschiavo e a San Carlo, sarà devoluto al progetto sostenuto da Sacrificio Quaresimale. I giovani e gli adulti che sabato si occuperanno della vendita metteranno gratuitamente a disposizione il proprio tempo perché un piccolo gesto nella nostra valle possa trasformarsi in un grande aiuto per il futuro all’altro capo del mondo.
a cura di Alberto Gianoli, catechista

GIORNATA DELLE ROSE
Sabato 13 marzo
San Carlo, davanti al Caseificio, e Raviscé: dalle 9.30 alle 11
Poschiavo, davanti al bar Flora: dalle 10 alle 11.45 e dalle 14 alle 17
Domenica 14 marzo
Angeli Custodi e San Carlo: dopo le Messe

Aiuti per Haiti

Emergenza Haiti
ANCORA ADOZIONI ADISTANZA
Tre sono state sottoscritte dai ragazzi della classe 6 N

Dopo l’adozione a distanza attivata dai ragazzi delle scuole superiori – in occasione di una festa in Centro Parrocchiale, lo scorso 12 marzo, avevo raccolto 460 franchi, pari a circa 312 euro, necessari per attivare l’adozione a distanza di un bambino haitiano –, anche i ragazzi della 6 elementare, sezione Nord, si sono impegnati per raccogliere fondi da destinare alla Fondazione Francesca Rava di Milano.
Dopo aver realizzato, durante le ore di religione, quattro cartelloni in cui veniva riassunto, con testi e immagini, il dramma che ha colpito Haiti, i ragazzi hanno raggiunto numerose case del Borgo e delle frazioni per chiedere un contributo da destinare ai progetti delle adozioni a distanza. La raccolta, condotta presentando i cartelloni e illustrando la destinazione dei soldi, si è conclusa la scorsa settimana ed è stato un vero successo: 1487,90 i franchi raccolti, cui ne vanno aggiunti 50 consegnati al catechista da un benefattore. Dunque 1537,90 franchi, dei quali 1.382,87 (corrispondenti a 936 euro) sono stati versati alla Fondazione Rava per attivare tre adozioni a distanza. I restanti 155,11 e gli eventuali che dovessero aggiungersi saranno in breve tempo versati alla medesima Fondazione che, nella capitale di Haiti, gestisce un ospedale pediatrico che ha resistito alle scosse del terremoto ed ha accolto moltissimi bambini feriti.
Nel frattempo, rispondendo alla richiesta per la prima adozione, dalla Fondazione hanno comunicato che ad Haiti «continuano le operazioni di identificazione dei bambini e l’accertamento della loro situazione famigliare. Abbiamo iniziato – comunicano gli operatori – ad assegnare i primi bambini e a inviare la “Cartellina-adozione” con la foto del bimbo, la sua storia e le relative informazioni. Poiché le richieste di adozione a distanza sono tantissime, i tempi di assegnazione dei bambini conseguentemente si allungano. Vi chiediamo quindi ancora un po’ di pazienza. Le vostre donazioni sono state comunque fin da subito indispensabili per la sopravvivenza di questi bambini e destinate proprio a loro, per aiutarli nelle nostre strutture: i bambini feriti, nel nostro Ospedale Pediatrico Saint Damien; i bambini amputati, presso il nostro Centro di Riabilitazione “Casa dei Piccoli Angeli”; i bambini rimasti senza casa, nella tendopoli allestita appositamente per accoglierli, dare loro un pasto caldo e l’indispensabile supporto psicologico. Stiamo lavorando intensamente per questa emergenza, sia qui nell’Ufficio della Fondazione in Milano sia con i volontari inviati ad Haiti».
I ragazzi della 6 elementare da cui è partita l’iniziativa e che non credevano che potesse avere un tale successo, intendono ringraziare tutte le persone che hanno contribuito alla raccolta e sono disponibili a mostrare una copia del bonifico bancario con cui è stata effettuata la donazione.
Alberto Gianoli, catechista

Ringraziamento tombolata e festa

È stato un vero successo la tombolata organizzata dai ragazzi delle terze superiori lo scorso sabato pomeriggio, al Centro Parrocchiale Cattolico di Poschiavo. Nonostante la bella giornata, in cui l’attrattiva delle piste da sci ha richiamato molti poschiavini, l’affluenza al pomeriggio d’intrattenimento è stata decisamente superiore alle aspettative. In alcuni momenti si sono superati i cento giocatori in sala e la buona organizzazione dei ragazzi, aiutati da molti genitori, ha permesso ai presenti di trascorre qualche ora d’allegria. Non sono poi mancati i ricchi premi per cinquine e tombole, tutti reperiti grazie alla paziente ricerca dei ragazzi tra amici e parenti. Al termine del pomeriggio, tra le facce stanche di chi si è dato da fare tutto il giorno e nel corso della settimana per la buona riuscita della tombola, c’è stata grande soddisfazione anche nel constatare che il ricavato, quasi 2 mila franchi, sarà un buon contributo alle spese per il viaggio-pellegrinaggio a Roma dal prossimo mercoledì 21 alla successiva domenica 25 aprile.
Importante è stato anche il ricavato della festa di venerdì sera, organizzata sempre dai ragazzi delle superiori. L’obbiettivo era quello di raccogliere circa 460 franchi – pari a circa 312 euro necessari per attivare l’adozione a distanza di un bambino haitiano – e così è stato. Oltre 70 ragazzi hanno ballato, riso e scherzato assieme nella festa che richiamava sia San Valentino, ma anche il carnevale, non dimenticando di contribuire con un’offerta alla raccolta per attivare un’adozione a distanza grazie alla Fondazione Francesca Rava di Milano.
La stessa volontà di attivare un’adozione a distanza, come hanno scelto di fare i compagni più grandi, è venuta anche agli scolari cattolici della 6 elementare, sezione Nord. Nelle ultime lezioni di religione, i ragazzi hanno realizzato quattro cartelloni in cui viene riassunto, con testi e immagini, il dramma che ha colpito Haiti. Gli stessi cartelloni vengono, in questi giorni, portati di casa in casa per chiedere alle persone visitate un contributo per un’adozione a distanza. La raccolta proseguirà fino al termine del mese e, visto il buon inizio, è probabile che non sarà solamente uno il bambino haitiano a poter beneficiare della solidarietà poschiavina.
A tutti coloro che hanno collaborato e contribuito alle diverse iniziativa, giungano di cuore i ringraziamenti dei ragazzi e delle persone coinvolte.
Alberto Gianoli, catechista

Tombolata e festa

Con i giovani e per i giovani…
Due proposte per il fine settimana

Molti ragazzi delle scuole superiori lasceranno gli sci e le attività di svago di questo fine settimana per dedicarsi ad due appuntamenti al Centro Parrocchiale Cattolico di Poschiavo. Venerdì sera, come già avvenuto altre volte negli ultimi mesi, i ragazzi delle terze superiori proporranno un momento di festa anche per i loro compagni più giovani. Musica, ballo, giochi e dolci carnevaleschi, accompagnati dalla sana voglia di stare assieme, saranno gli ingredienti di una serata in cui, oltre al divertimento, ci si aprirà alla solidarietà. Ai partecipanti alla festa, che comincerà alle 19.30 per concludersi alle 22.30, sarà chiesto un contributo di 5 o più franchi per l’ingresso. Il ricavato, dedotte le minime spese, sarà devoluto alla Fondazione “Francesca Rava” (www.nphitalia.org) per attivare uno o più progetti per l’adozione a distanza di bambini haitiani.
La proposta di organizzare un evento per inviare un aiuto, anche se piccolo, alle popolazioni recentemente colpite dal terremoto, è giunto dai ragazzi stessi. Un’adozione a distanza richiede un contributo di 312 euro all’anno, pari a circa 460 franchi, che saranno inviati alla Fondazione “Francesca Rava” di Milano. «Forniamo cibo, alloggio, indumenti, cure sanitarie ed istruzione in un ambiente familiare e cristiano – si legge nella presentazione della Fondazione –. Crediamo in valori quali l’accettazione incondizionata, l’amore, la condivisione, il lavoro e la responsabilità».
Nel pomeriggio di sabato poi, gli stessi ragazzi delle terze superiori, in particolare i 21 che parteciperanno al viaggio a Roma organizzato dalla Pastorale Giovanile Valposchiavo dal 21 al 25 aprile prossimi, proporranno una tombolata per tutti nella sala del Centro Parrocchiale. L’appuntamento per famiglie, giovani e anziani, è alle 14.30. In palio, per i diversi giri di tombola, ricchi premi che potranno essere conquistati con le cartelle vendute al prezzo di 1 franco. I soldi ricavati nel pomeriggio di gioco, che si concluderà entro le 18, saranno impiegati dai ragazzi per sostenere le spese del viaggio-pellegrinaggio a Roma.
Alberto Gianoli, catechista