lunedì, dicembre 07, 2009

Marian Eleganti nuovo ausiliare della Diocesi di Coira


Il Santo Padre ha nominato Vescovo Ausiliare di Chur (Svizzera) il Rev.mo Dom Marian Eleganti, O.S.B., Abate del Monastero di Sankt Otmarsberg a Uznach (diocesi di Sankt Gallen), assegnandogli la sede titolare vescovile di Lamdia.

Rev.mo Dom Marian Eleganti, O.S.B.
Dom Marian Eleganti è nato a Uznach (diocesi di Sankt Gallen) il 7 aprile 1955.
Dal 1967 al 1974 ha frequentato il liceo classico a Einsiedeln.
Nel 1990 è entrato nell’Abbazia Benedettina di Sankt Otmarsberg a Uznach.
Ha compiuto gli studi filosofici e teologici presso la Facoltà Teologica dell’Università di Salzburg.
Il 2 ottobre 1994 ha emesso la professione perpetua.
Il 23 giugno 1995 è stato ordinato sacerdote.
Il 15 luglio 1999 è stato eletto Abate di Sankt Otmarsberg e il 29 agosto successivo ha ricevuto la Benedizione abbaziale.
Nel 2003 ha ottenuto il Dottorato in Teologia all’Università di Salzburg.

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Dio si fa piccolo per renderci suoi figli


Novena in preparazione al Natale

Dal 16 al 24 dicembre, ogni giorno alle ore 17.15, nella chiesa di San Vittore Mauro si celebrerà la Novena in preparazione al Natale. Il breve momento di preghiera, che avrà per tema “Dio si fa piccolo per renderci suoi figli”, sarà rivolta agli scolari delle primarie e secondari, ma anche agli adulti che desiderano vivere comunitariamente un percorso di preparazione alla nascita del Signore nei giorni in cui l’attesa si fa maggiormente densa di preghiera.


Accanto alla Novena, sarà proposto ai partecipanti un concreto gesto di carità, a favore delle persone bisognose che vivono nella nostra regione. Ogni giorno si raccoglieranno alimenti non deperibili che, al termine della Novena, saranno inviati alla Caritas affinché li distribuisca a chi è nel bisogno. La vigilia di Natale tutti saranno invece invitati a portare la statuetta di Gesù Bambino – quella del proprio presepe – perché venga benedetta.
Di seguito è riportato l’elenco degli alimenti che verranno raccolti.
17 dicembre: 1 kg di pasta (non all’uovo)
18 dicembre: 1 kg di riso
19 dicembre: 1 lt di olio (meglio se in lattina)
20 dicembre: 1 lt di latte (a lunga conservazione)
21 dicembre: 1 confezione di pomodori pelati
22 dicembre: 1 kg di farina bianca
23 dicembre: 1 confezione di biscotti secchi

Il 24 dicembre porteremo in chiesa le statuine di Gesù Bambino perchè vengano benedette prima di essere collocate nei presepi delle nostre case.

Un'attesa d'amore

Inizia il tempo d’Avvento
Prepariamoci all’incontro col Signore che viene per rivelarci l’amore del Padre

È certamente già capitato a tutti di prepararsi ad un incontro con una persona importante, un amico, la fidanzata, qualcuno con cui sia davvero piacevole trascorrere del tempo. Pensandoci bene, ci si accorge di come l’attesa di un incontro importante porti già in sé la gioia che poi si fa concreta nel momento in cui il desiderio si compie. Non sono forse belli i momenti in cui ci si prepara, curando i dettagli ed i particolari, all’incontro con l’altro? I ragazzi più giovani, ma soprattutto le ragazze, sanno bene quale grande valore abbia la preparazione ad un incontro… non ci presenta certamente al ragazzo che piace con indosso il primo vestito che capita, oppure senza il confronto con lo specchio.
Nella vita di ogni cristiano arriva annualmente un tempo dedicato all’attesa, uno spazio di tempo in cui preparare l’incontro col Signore che viene. Un tempo in cui farsi belli non esteriormente, ma nel cuore. Non perché la fede in Gesù sia qualcosa di intimistico, da relegare al nostro cuoricino e ai sentimenti di buonismo del Natale, ma perché l’incontro col Signore, che puntualmente si ripresenta ogni anno, deve essere l’occasione per convertire il nostro cuore, per cambiare la rotta dei nostri atteggiamenti che corrono verso l’individualismo e l’egoismo.
Antoine de Saint-Exupéry, l’autore de Il piccolo principe, scriveva che l’importanza di una persona è determinata dal tempo che si è perduto per essa. Non è forse vero? Quanto più diamo valore a qualcuno, tanto più siamo disposti a “perderci” del tempo. E col Signore? Facile lamentarsi perché è difficile avere fede, perché non avvertiamo la sua presenza. Cosa facciamo noi perché Lui avverta la nostra presenza? Quanto tempo siamo disposti a dedicargli per attenderlo e quindi per far crescere l’importanza che Lui ha per noi?
«And so this is Christmas, and what have you done?», ovvero e «adesso è Natale, e che cosa hai fatto?». Così recita una canzone natalizia in lingua inglese, un po’ datata ma conosciuta da molti perché anche nelle prossime settimane verrà trasmessa da radio e televisioni. «Un altro anno è concluso e uno nuovo è appena cominciato». Ogni anno la celebrazione del mistero cristiano del Natale ci ricorda che il Signore è venuto, viene e verrà tra gli uomini. E noi uomini cosa facciamo per accoglierlo? Ci preoccupiamo di accoglierlo e far festa per Lui o solo di far festa tra di noi? La nostra attesa è quella dell’incontro con una persona, sì, una persona in carne ed ossa, oppure la ricerca spasmodica di ogni tipo di regalo perché siano contenti i figli, i genitori, i nonni, gli zii e i cugini?
«Attendere è l’infinito del verbo “amare”» diceva il vescovo Tonino Bello. La nostra attesa può già portare in sé l’amore per l’Atteso. E se il tempo di Avvento, che comincia domenica, diventa occasione per cambiare il nostro cuore, i giorni che ci separano dal Natale acquisteranno un significato diverso. Il nostro cuore si riempirà già della gioia dell’incontro col Figlio di Dio che si fa uomo per rivelarci che suo Padre ci ama. Niente di più semplice e di più sconvolgente. Il Natale sarà un incontro d’amore e, per rendercelo più chiaro, Dio prenderà la forma e la sostanza di un bambino. Come si fa a non amare la bellezza di un neonato che per primo ci ama?
In questo tempo, se viviamo quest’attesa d’amore, cambierà anche la nostra logica di prepararci al Natale. Al posto di cercare ogni tipo di regalo, il desiderio più grande sarà quello di poter essere, noi per primi, dono gli uni per gli altri. In questo modo avremo esaudito anche il desiderio di quel Bambino che, cresciuto, ha inviato gli uomini ad amarsi gli uni gli altri, secondo il suo esempio.
Per potersi meglio preparare all’incontro e per vivere bene l’attesa, avremo anche a Poschiavo diverse occasioni. Oltre alla Messa domenicale, momenti importanti saranno le celebrazioni della Messa “rorate”, ogni mercoledì alle ore 6 del mattino. Nella veglia e nella preghiera, ciascuno porterà una candela, la cui luce sarà simbolo della volontà di attendere il Signore con cuore pronto.
Nei giorni precedenti il Natale, quando l’attesa si farà più densa di preghiera, verrà proposta la celebrazione quotidiana della Novena, a partire da mercoledì 16. I brevi incontri di preghiera, rivolti a tutti gli scolari delle primarie e delle secondarie, ma anche agli adulti che ne avessero il desiderio, si svolgeranno tutti i giorni, nella chiesa di san Vittore, alle ore 17. Alla celebrazione della Novena sarà affiancata anche un’iniziativa di carità, per vivere concretamente un impegno di conversione. Ogni giorno, al termine della preghiera, saranno raccolti, secondo le indicazioni che i catechisti forniranno a tempo opportuno, alimenti non deperibili che verranno consegnati alla Caritas perché possano essere distribuiti alle famiglie più bisognose che vivono vicino a noi.
Alberto Gianoli, catechista

Un’intensa settimana alla ricerca di qualcosa in +

Eco dalla mini-missione
Tante occasioni e tante proposte per seguire Gesù

Sono stati giorni davvero intensi quelli vissuti dal mercoledì 4 a domenica 8 novembre dalle comunità cattoliche dell’intera Val Poschiavo. A partire dalla mattinata di mercoledì, con l’arrivo di quattro seminaristi, una suora e quattro giovani animatrici d’oratorio della diocesi di Vigevano, è cominciata la mini-missione rivolta agli scolari cattolici delle superiori e degli ultimi anni delle elementari. “C’è di +?” è stato lo slogan e la domanda che ha accompagnato gli incontri coi ragazzi a scuola, ma anche in pizzeria, o nelle case dei cresimandi. Sì, perché nell’intensa settimana si è inserita anche la celebrazione del sacramento della Cresima a Poschiavo e a Prada.
Nella collegiata di san Vittore Mauro, in mattinata, hanno ricevuto il sigillo dello Spirito Santo 23 ragazzi delle comunità di Poschiavo, sant’Antonio e Le Prese. Nel pomeriggio è toccato a 10 ragazzi delle comunità di Prada e Annunziata. Entrambe le celebrazioni sono state presiedute da monsignor Vitus Huonder, vescovo di Coira, che ha visitato le due comunità per la prima volta dalla sua elezione episcopale avvenuta poco più di due anni fa.
I cresimandi, quasi tutti scolari delle terze classi secondarie, ad eccezione di cinque delle seconde, hanno molto apprezzato le parole che il vescovo ha rivolto loro nell’incontro prima della celebrazione, poi nell’omelia e, ancora, personalmente dopo la crismazione. In modo schietto e diretto, monsignor Huonder ha sottolineato come l’azione dello Spirito Santo possa ispirare ad una vita alla sequela di Gesù. Nell’omelia tenuta durante i riti, il vescovo ha voluto offrire ai ragazzi la testimonianza di un santo (canonizzato da papa Benedetto XVI lo scorso 11 ottobre) che, con la forza e la grazia dello Spirito, ha speso la sua vita nel dono totale al prossimo, fino a perdere la propria. Damiano de Veuster, missionario belga, che operò nelle Isole Sandwich, ora chiamate Hawaii. Lì Damiano divenne sacerdote nel 1864 e cominciò a lavorare nell’isola principale, Hawaii. Nel 1873 accolse l’invito del proprio vescovo e si recò nell’isola lazzaretto di Molokai, dove il governo confinava i malati di lebbra. Sull’isola padre Damiano fu prete, medico e padre: curò le anime, lavò le piaghe, distribuì medicine, stimolò il senso di dignità dei malati, che si organizzarono per lavorare la terra e creare orfanotrofi. Nel 1885 venne contagiato e morì dopo un mese, esempio di vita spesa a servizio degli altri.
Un altro esempio di santità è giunto poi nella celebrazione conclusiva della mini-missione che si è svolta nella parrocchia di Brusio, in occasione della festa patronale di san Carlo Borromeo. In una chiesa gremita di fedeli provenienti dall’intera valle e dai giovani protagonisti del musical “Don Niente, andato in scena la sera precedente, domenica mattina, il rettore del seminario diocesano di Coira, monsignor Ernest Fuchs, ha presieduto una solenne celebrazione eucaristica cui erano presenti anche i giovani studenti del corso teologico del seminario, assieme al chierico brusiasco Ivan Gambelli. «I nostri tempi – ha affermato monsignor Fuchs nell’omelia – necessitano di uomini e donne che impegnino la propria vita nella sequela di Gesù, al servizio della Sua Chiesa e del Suo popolo, nella proclamazione del Suo Vangelo. San Carlo Borromeo è un grande intercessore in cielo per questi nostri desideri. Egli è pure un grande esempio per noi oggi. Non per niente, già ai suoi tempi, era venerato come un Santo. Ciò era dovuto alla sua fedeltà verso la Chiesa. Questa fedeltà verso la Chiesa e al suo Signore è di fondamentale importanza per ogni sacerdote, non solo in questo anno dedicato ai sacerdoti!».
Al termine della celebrazione, i seminaristi, i giovani missionari e i protagonisti di “Don Niente” si sono ritrovati nella sala parrocchiale per consumare un ricco pranzo a base di polenta, preparato con cura da numerosi volontari e volontarie coordinate dal parroco, don Giuseppe Paganini. A lui si è rivolto con parole di gratitudine, espresse anche al presidente del comune parrocchiale, monsignor Fuchs che, assieme ai seminaristi, aveva potuto beneficiare dell’accoglienza in parrocchia già dal pomeriggio di sabato per la visita alla chiesa di san Gottardo a Miralago e agli edifici religiosi di Brusio.
Alberto Gianoli, catechista

Grande soddisfazione per i giovani missionari

Eco dalla mini-missione
Intanto si guarda al futuro… sorgerà un oratorio in Valle?

Musica, parole e testimonianza: questi gli ingredienti vincenti del cocktail di spettacolo ed entusiasmo che, direttamente dall’Italia, ha invaso la Val Poschiavo tra il 4 e l’8 novembre.
Dopo un paziente lavoro di preparazione e collaborazione con le parrocchie locali, infatti, la grande “Mini- missione giovani”, organizzata dal Seminario vescovile in collaborazione con alcuni giovani dell’associazione “Padre Francesco Pianzola” e le Suore Missionarie dell’Immacolata Regina della Pace, ha varcato il confine e coinvolto con un intenso programma d’iniziative e incontri, gli studenti di quest’affascinante angolo dei Grigioni.
Chiaro l’obiettivo: portare, con tutta la freschezza e l’esuberanza tipica dei ragazzi, la “buona notizia” di quant’è bello essere cristiani e vivere la fede, anche in mezzo alle difficoltà e alle contraddizioni di ogni giorno.
A far da guida in questo ambizioso progetto è stata la figura del Beato Francesco Pianzola che, acceso d’amore per Gesù, ha speso principalmente per i giovani le proprie energie e la propria vita. Accompagnati dal suo entusiasmo, i missionari sono entrati tra i banchi della Scuola secondaria di Poschiavo e, soffermandosi sulla prima fase del suo cammino fino alla fondazione dei Padri Oblati, hanno lanciato provocazioni e spunti di riflessione per un impegno più convinto e gioioso dei giovani nella vita della parrocchia.
Il discorso è proseguito nella visita alle famiglie dei cresimandi, dove la proposta si è fatta concreta: rendersi disponibili, con la guida del catechista, per fondare un oratorio che possa divenire punto d’incontro e di formazione per la gioventù della valle.
Più che soddisfacente la risposta dei ragazzi che, superata un’iniziale perplessità di fronte ai nuovi venuti, si sono subito lasciati coinvolgere dall’allegria dei canti e dei giochi (proposti nei pomeriggi e durante le pause tra le lezioni) e dal dialogo schietto e amichevole nei cortili della scuola o per strada.
Piatto forte dell’esperienza sono state poi le celebrazioni della Santa Messa per gli studenti, animate dai missionari (che hanno anche riproposto la predica “botta e risposta” tipica dello stile di “Don Niente”) e l’Adorazione della croce che, nel silenzio e nella preghiera, ha preparato i giovani alla giornata di sabato, quando il vescovo di Coira ha amministrato ad alcuni di loro il sacramento della Cresima.
Dono grande per questa speciale occasione è stato il musical “Don Niente” che, dopo il successo lomellino, ha chiuso sabato sera la missione, riscuotendo un’entusiasta partecipazione di più di quattrocento persone, tra cui molti giovani e un gruppo di seminaristi della diocesi svizzera.
Ultimo saluto alla valle domenica a Brusio per la festa patronale di san Carlo, occasione anche per fissare un “richiamo” della missione nel mese di aprile per riannodare i fili e riprendere i contenuti abbozzati in questo “flash spirituale” di pochi giorni.
“Vive sempre tra noi il ricordo di te” recita un vecchio inno a Padre Pianzola, però, dopo un’esperienza come quella poschiavina, possiamo meglio dire che non soltanto il ricordo, ma anche lo spirito ed il carisma del nostro Beato è vivo e attivo e, come l’albero dell’episodio evangelico, continua a portare frutti sempre più nuovi e originali.

Il gruppo dei missionari

Amicizia, generosità e amore per parlare alla gente

Eco dalla mini-missione
Le giovani missionari raccontano la loro esperienza

Dal 4 all’8 novembre abbiamo avuto la possibilità di partecipare per la prima volta ad una mini-missione con lo scopo di incontrare in particolar modo i giovani, dai 12 ai 16 anni, della Val Poschiavo in Svizzera e far conoscere loro la figura del Beato Padre Pianzola.
L’invito entusiasmante di un gruppo di seminaristi a partecipare anche noi a questa esperienza di missionarietà rivolta a ragazzi di età poco inferiori alla nostra, se all’inizio ha suscitato un po’ di timore, successivamente è stato motivo per vivere e sperimentare nuove vie di incontro e l’occasione per comunicare la nostra semplice esperienza di fede. È bello “far incontrare Gesù ai giovani attraverso altri giovani”! Come nostra prima esperienza di missione eravamo insicure di ciò che ci aspettava, ma certe di poter utilizzare con facilità la via dell’amicizia, della generosità e dell’amore per parlare con la gente.
L’idea di sottolineare gli aspetti più giovanili della vita del nostro Beato Francesco con il suo amore “sfrenato” e il suo desiderio di prendersi cura dei ragazzi attraverso la realtà dell’oratorio e di come egli sia diventato un’icona della nostra terra e il punto di partenza di tutte le attività rivolte in particolare a bambini e ragazzi, è stata l’opportunità, per noi impegnate nell’attività oratoriana, per avvicinare anche gli adolescenti di Poschiavo a questa realtà che risulta poco conosciuta e vissuta anche se da loro cercata.
La risposta e la partecipazione dei ragazzi, colpiti dal carisma e dalla forza di volontà del beato, è stata da subito positiva e consistente, rafforzando in noi l’impegno di proseguire con entusiasmo la nostra missione nella vita di ogni giorno.
Guidati dalle parole del Vangelo e sull’esempio del Beato Pianzola siamo certe che questa esperienza di missione abbia ravvivato in noi una consapevolezza più profonda di essere testimoni di Gesù Cristo verso il prossimo e allo stesso tempo capaci di accogliere gli insegnamenti e le ricchezze di vita che gli altri ci donano.
Linda, Serenella, Simona